Per studiare insieme

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Spiritismo

venerdì 29 aprile 2011

Il vangelo secondo gli spiriti(volume 2°)

LA VIRTù

La virtù al suo grado più alto comporta l'insieme di tutte le qualità essenziali che costituiscono l'uomo dabbene. Essere buono, caritatevole, laborioso, sobrio e modesto, tali sono le qualità dell'uomo virtuoso. Purtroppo, spesso sono affiancate a piccole infermità morali che le rendono meno belle e le diminuiscono. Colui che si vanta della sua virtù veramente degna di questo nome, è facile capirlo, non ama ostentarsi, ma si cela nell'oscurità e rifugge dalla ammirazione delle folle. San Vincenzo de' Paoli era virtuoso, il degno curato d'Ars era virtuoso, e molti altri lo erano, poco noti al mondo ma ben noti a Dio. Tutti questi uomini dabbene ignoravano essi stessi di essere virtuosi: si lasciavano trascinare dalla corrente delle loro sante ispirazioni, e facevano il bene con totale disinteresse e con pieno oblio di se stessi.
Eè a questa virtù così compresa e messa in atto, figli miei, che io vi invito: a questa virtù veramente cristiana e veramente spiritista, vi impegno a consacrarvi. Ma dovete allontanare dai vostri cuori il pensiero dell'orgoglio, della vanità, dell'amor proprio, che sguarniscono sempre le più belle qualità. Non imitate l'uomo che posa a modello ed esalta lui stesso le sue qualità a tutte le orecchie compiacenti. Questa virtù ostentata cela spesso una quantità di piccole turpitudini e di odiose viltà.  In principio, l'uomo che si autoesalta, che inalza una statua alla sua propria virtù, per questo solo fatto distrugge l'effettivo merito che può avere. Ma che dirò di colui il cui solo valore è di sembrare ciò che non è? Sono pronto ad ammettere che colui  che fa del bene ne provi in fondo al cuore un'intima soddisfazione, ma dal momento in cui tale soddisfazione si traduce all'esterno per raccogliere degli elogi, degenera in amor proprio. Voi dunque, voi che la fede spiritista ha riscaldato con i suoi raggi e che sapete quanto l'uomo sia lontano dalla perfezione, non cadete mai in simile errore. La virtù è una grazia che io auguro a tutti gli spiritisti sinceri, ma io dirò loro: meglio meno virtù accompagnata dalla modestia che non molta con l'orgoglio. Eè a causa dell'orgoglio che le successive umanità si sono perdute: è con l'esercizio dell'umanità che dovranno riscattarsi in futuro. (François, Nicolas, Madeleine, Cardinale Morlot, Parigi, 1863).

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Chico Xavier( libro cure)

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Chico Xavier( libro cure): "Nelle relazioni umane Cristo, nelle relazioni umane, comincerà nell'uomo con Cristo, o la civilizzazione cristiana non sarà nel mondo che u..."

Chico Xavier( libro cure)

Nelle relazioni umane

Cristo, nelle relazioni umane, comincerà nell'uomo con Cristo, o la civilizzazione cristiana non sarà nel mondo che una favola brillante di nuova mitologia. Per questo è necessario che noi ci affezioniamo, in verità, allo spirito dei Vangeli, per consolidare sulla Terra il vero regno dello Spirito.
Non ci basta la mistica del tempio organizzato con tutti i mezzi per l'esaltazione del culto esterno della nostra fede. Nei santuari di pietra e oro, il Maestro Divino giace rinchiuso come un morto illustre, circondato da frasi famose nel monumento che conserva i suoi resti. Siamo attualmente chiamati non più alla consacrazione del servizio religioso costretto nel circolo dell'interpretazione letterale, ma alla religione viva dell'esempio, sentito e vissuto con il nostro ideale e il nostro sudore affinchél'inno spirituale del Vangelo, nascendo dalla nostra area individuale di comprensione, si estenda a tutte le creature, annunziando al pianeta un Nuovo Giorno.Eè per questo che il timbro del sacrificio valorizza il cammino, è per questo motivo che il dolore e la lotta si trasformano in clima permanete di tutti coloro che abbracciano, nella Buona Novella, la direzione della liberazione che è sua specifica caratteristica.
Far  scendere Gesù dalla croce è il nostro principale lavoro, affinché le braccia del Celeste Amico, usando le nostre braccia, penetrino il cuore dell'umanità, elevandola ai livelli superiori che deve raggingere. La nostra strada, per questo, si cambia in una rispettabile indicazione per coloro che ancora non condividono con noi l'intesa. I nostri atteggiamenti e le nostre parole, i nostri dolori superati e le nostre ansietà vinte costituiscono pagine di amore e luce che gli altri leggono, per prepararsi alla grande e benedetta rinnovazione. Inquadriamo il Signore che noi cerchiamo, comprendendo il mondo e servendo ai nostri simili con i suoi occhi e ispirati nei suoi principi superiori. Così vinceremo la sfida del tempo, riducendo secoli e millenni nella costruzione del Regno Divino che l'antico spazio della Terra aspetta dalle nostre mani.
EMMANUEL

giovedì 28 aprile 2011

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Chico Xavier( libro cure)

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Chico Xavier( libro cure): "OMBRA E LUCE Nessuno spirito della comunità terrestre possiede tanta luce che non ammetta in sè un pò di ombra, nè esiste una creatura con ..."

Chico Xavier( libro cure)

OMBRA E LUCE

Nessuno spirito della comunità terrestre possiede tanta luce che non ammetta in sè un pò di ombra, nè esiste una creatura con tanta ombra che non abbia con sé un raggio di luce. Impara a guardare il prossimo con il chiarore che hai in te. Non credere, però, che un simile lavoro provenga dal minore sforzo perché, per il peso delle tenebre che ancora dominano il mondo, l'ombra che ancora ci avvolge, sulla Terra, a ogni momento si insinuerà nel nostro intelletto, turbando le nostre interpretazioni.
Se rimani a lungo nell'oscurità, vedrai solo i diffeti e le cicatrici, le ferite e le percosse che caratterizzano la fisionomia del fratello malato, obbligandoti alla paura e all'usura, all'incomprensione e alla durezza. E sappiamo che tutti coloro che si trattengono fra i cespugli o nel pantano non incontrano altri elementi, oltre il fango e le spine da offrire. Alza la fiaccola accesa dell'intelligenza superiore, vai avanti, e così l'ingnoranza e la deinquenza sorgeranno ai nostri occhi come le malettie dell'anima che è necessario estirpare per il beneficio della felicità comune.
<< Non sappia la vostra mano sinistra quello che ha dato la destra>> ci insegna il Vangelo, e osiamo aggiungere: << Non sappia la nostra ombra quello che ha fatto la nostra luce>>. Perché, in questo modo, procedendo al disopra delle  tentazioni, della vanità e dello sconforto, il lume umile della nostra fede nel bene infinito potrà trasformarsi in fiamma viva e redentrice per il cammino di tutti coloro che la circondano.
EMMANUEL

venerdì 22 aprile 2011

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: CHICO XAVIER ( LIBRO CURE)

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: CHICO XAVIER ( LIBRO CURE): " Messaggio agli spiritisti Avete pregato, commuovendoci fino alle fibre più profonde dell'anima e, a nostra volta, imploriamo anche, vicin..."

CHICO XAVIER ( LIBRO CURE)

Messaggio agli spiritisti

Avete pregato, commuovendoci fino alle fibre più profonde dell'anima e, a nostra volta, imploriamo anche, vicino a voi, la pace Divina. Le nostre suppliche non sempre prendono il cammino verticale delle Alture. A volte prendono direzione orizzontale, dove gli appelli sono portatia destinazione di fratello in fratello. Così mi sono concesso la soddisfazione di chiedere a voi la continuità dell'amore e l'unione fraterna nella nostra Causa benedetta. Rimaniamo con le mani intrecciate nel servizio del Maestro, che ci ha chiamati per il raccolto della libertà al Sole della Vita Maggiore. Siamo impegnati nello sforzo di unificarci nelle aspirazioni e nei sentimenti dell'officina che ci affratella. Comprendiamo le difficoltà gli uni degli altri. Tolleriamoci reciprocamente. Aiutiamoci nelle nostre reciproche debolezze.
Mai dimentichiamo la ricuncia personale come fonte di luce. Il perdono fraterno sia la nostra benedizione di ogni ora, di uno con gli altri, perchè la nostra operadi continuazione spirituale non soffra nei suoi fondamenti.
Il signore, che ci confidò la lampada viva, mai si dimenticherà di sostenere la fiamma delle nostra fede vibrante, dal momento che l'olio della buona volontà si è diffuso nei circoli del nostro spirito di servizio.
Quando qualcuno di voi, incarnati o disincarnati, non offre condizioni soddisfacenti per il completo uso dei minuti terrestri nell'opera divina, dimentichiamo la leggerezza che ferisce, seminando al posto suo, fiori benedetti di cooperazione e di amore.
Quando staremo nelle ombre temporanee, o miei fratelli, non dobbiamo mai aumentare l'oscurità. Accendiamo il chiarore dell'intesa fraterna perchè i germi del bene, per dove passiamo, non siamo spaccati dal calore esagerato delle nostre passioni. Quando la lotta ci visiterà i cuori, rimaniamo dolci e compassionevoli. Evitiamo di soffiare nel fuoco della discordia, cercando mezzi di pace affinchè la fraternità rimanga nelle nostre anime. Se le sassate vengono da vicino o da lontano, uniamoci perchè l'urto del cuore con gli attriti del mondo non ci faccia perdere le energia riunite nell'obiettivo dell'elevazione.
Gesù, molte volte - e a che distanza da noi! - ci ha scusato le mancanze e rilevato le imperfezioni! Quanti debiti ha liquidato in nostro favore, dandoci nuove opportunità di ristabilimento! Perché non ci tolleriamo gli uni con gli altri, scusandoci infinitamente per servilo e onorarlo con la nostra cooperazione di figli fragili?
Come sopporteremo la tempesta, se solo i colpi di vento, in molte occasioni, terrorizzano il cuore, chiamato non solo al conforto e all'affabilità ma anche alla forza e al lavoro arduo? Abbiamo, davanti a noi, un grande spazio di attività evangelica... Che il supremo Padre ci aiuti a compiere i doveri che ci competono, una volta che noi siamo gli eredi di difficili obbligazioni per aver annullato molti diritti nel passato male vissuto! Se le nostre speranze rimangono floride, come alberi generosi del nostro frutteto di azione spiritualizante, esse cominciano a dare frutti. Intrecciamo le nostre braccia, nel servizio che il Giardiniere Celeste benedice, proteggendoci. Permettete che questo vostro servitore e amico, ripeta: << Saliamo ancora! Saliamo sulla montagna verso la cima>>. Dimentichiamo i nostri desideri perché la Volontà Superiore ci domini. Portiamo la nostra bandiera di luce dalla valle delle nostre necessità verso la cima della collaborazione con Cristo. E rimanete certi che sulla vetta del monte, lui ci aspetta con le braccia aperte, piene di amore e di carità, riportandosi ai secoli passati per ripetere alle nostre orecchie: << Beati i miti di cuore erediteranno la Terra>>.
Venancio Cafè

martedì 19 aprile 2011

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Libro Cure Chico Xavier (autori vari)

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Libro Cure Chico Xavier (autori vari): "VITA E AMORE La scena si svolge quasi cinque anni fa. L'appello veniva da lontano. La stanchezza della vecchia amica si leggeva nel viso. E..."

Libro Cure Chico Xavier (autori vari)

VITA E AMORE

La scena si svolge quasi cinque anni fa. L'appello veniva da lontano. La stanchezza della vecchia amica si leggeva nel viso. E il viso di lei si rifletteva nello specchio della mente. Era la signora Maria Eugenia da Cunha che io avevo conosciuto bambina, ragazza nei miei ultimi tempi in Rio. Ci ricordava l'affetto, chiedeva aiuto spirituale. La giovane di un'altra epoca era ora una vedova povera, che abitava per intercessione con filglio unico, sposato da poco. La sua supplica scorreva dal suo essere in nostra direzione:<< Mio amico, in nome di Gesù, se è possibile, aiutami, non ne posso più!>>  Usando i mezzi di un disincarnato, che può guadagnare distanza e tempo, fummo a visitarla e la trovammo in uno stato pietoso di angustia,di fronte alle invettive della nuora. Maria Cristina, la donna che aveva sposato Giulio, il figlio che lei aveva preparato con tanta cura per la vita, non pensava nemmeno alla tempesta là fuori e diceva: << E la signora esca di qui subito...>>
<< Ma oggi?>> Con questa notte?>> diceva la suocera piangendo.
<< Sono stufa, se io fossi vecchia andrei in un ospizio.>>
<< Ma io ho bisogno di vedere mio figlio...>> Questo poi no. Chi comanda in questa casa sono io...>> Ma sono sua madre!>> Sia quello che vuole, esca di qui.
Lei  ha una sorella nel rione Leblon, ha dei nipoti in Madureira... Può scegliere.>>
<< Maria Cristina!>>
<< Non faccia drammi.>>
<< Ma infine, tu mi cacci in questo modo? Che cosa ho fatto?>>
<< Non mi piace la sua faccia.>>
<< Ma figlia mia, per l'amor di Dio, non buttarmi fuori così dalla porta.>>
<< Si tolga di mezzo o non rispondo di quello che può succedere...>>
<< Giulio...chiedo di vedere Giulio!>>
<< Lei non potrà più avvelenare mio marito con le sue parole...>>
<< Ah, mio Dio!>>
<< Non si appoggi a Dio per cambiare argomento. Esca subito!>>
<< Ma, bisogna che prepari le mie cose, i miei vestiti...>>
<< Nulla di tutto questo... Domani lei telefonerà e io le manderò i suoi cenci...>>
<< Ma non posso uscire così...>>
<< Vediamo chi può di più...>>
Infilando qualche soldo nelle mani della suocera, la scosse con violenza poi trascinò fino alla porta e gridò: << Vada in taxi, vada in autobus,vada come vuole, basta che se ne vada>>
Inutile qualsiasi tentativo di aiuto. La giovane, fuori di sè, non era capace di intendere nessun appello di misericordia. In un istante, la signora Eugenia si vide spinta nella strada. La poveretta zoppicò, si trascinò, e dopo alcuni minutidi pioggia e lacrime negli occhi, il disastro... Investita da un pesante veicolo, fu buttata lontano, ferita mortalmente.
Il giorno dopo, identificata dal figli al pronto soccorso, abbandonò il corpo quando faceva notte.
La disgrazia si abbattè sugli sposi.
Giulio e Maria Cristina passarano alla condizione di malati nell'anima. Per quanto la moglie cercasse una via d'uscita, affermando che la suocera era voluta uscire per visitare la sorella, sotto quella pioggia, il marito aveva i suoi dubbi. Non aveva certezza e soffriva. La signora Maria Eugenia però, nella spiritualità, ebbe pietà dei figli, e per quanto arrichita di protezione e affetto, non si sentiva tranquilla nel sapere che erano in contrasto e in difficoltà. Ripeteva preghiere, mobilitò relazioni e, dopo quattro anni, vinse il problema, tornando di nuovo sulla Terra...
Oggi sono stato a vedere la vecchia amica rinata in Rio. Rinacque da Giulio e Maria Cristina, ricordando un fiore di luce nello stesso tronco familiare. I genitori felici,agendo intuitivamente, le dettero lo stesso nome: Maria Eugenia.
Il giovane genitore la baciava comosso e la nuora, trasfigurata in madre premurosa, la osservava sul proprio seno, con delicatezza come chi porta un tesoro. Meditavo sui prodigi della reincarnazione, davanti al terzetto, quando il fratello Felisberto, che mi accompagnava, disse fra la gioia e l'emozione: << Vedi, amico mio, non vale la pena litigare, condannare, offendere, perseguitare...La leggi di Dio è amore e l'amore vincerà sempre!>>
fratello X

sabato 16 aprile 2011

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Il vangelo secondo gli spiriti 1°vol.(Allan Kardec...

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Il vangelo secondo gli spiriti 1°vol.(Allan Kardec...: "L'EGOISMO L'egoismo, questa piaga dell'umanità, deve scomparire della terra di cui arresta il progesso morale. è un compito che spetta allo ..."

Il vangelo secondo gli spiriti 1°vol.(Allan Kardec)

L'EGOISMO

L'egoismo, questa piaga dell'umanità, deve scomparire della terra di cui arresta il progesso morale. è un compito che spetta allo spiritismo che si è riservato la missione di farla elevare nella gerarchia dei mondi. L'egoismo è dunque  il nemico contro  il quale i veri credenti debbono impiegare le loro armi, le loro forze, il loro coraggio. E dico coraggio perchè ne occore molto di più per vincere se stessi che non per vincere gli altri. Ognuno dovrà dunque porre tutta la sua cura nel combatterlo entro di sè, perchè questo mostro divoratore di tutte le intellingenze, questo figlio dell'orgoglio, è l'origine di tutte le miserie, quaggiù. è la negazione della carità, e perciò il maggiore ostacolo alla  felicità degli uomini.
Gesù vi ha dato l'esempio della carità e Ponzio Pilato dell'egoismo: perchè mentre il Giusto si prepara a percorrere tutta la sequenza del suo martirio, Pilato se ne lava le mani, dicendo: << Che me ne importa!>>. Ai Giudei, egli dice: << Quest'uomo è giusto, perchè volete crocifiggerlo?>>. Ma, nonostante questo, lo lascia portare al supplizio.
Eè a questo antagonismo della carità e dell'egoismo, è all'invasione di questa lebbra del cuore umano, che il cristianesimo deve il fatto di non aver potuto compiere ancora tutta la sua missione. Eè su voi, nuovi apostoli della fede, illuminati dagli Spiriti superiore, che incombe il compito e il dovere di estirpare questo male per dare al cristianesimo tutta la sua forza e sgombrare la via dai rovi che gli impediscono il cammino. Scacciate l'egoismo dalla terra, affinchè essa possa gravitare nella scala dei mondi, perchè è tempo che l'umanità indossi la toga virile,e perciò bisogna prima scacciarlo dal vostro cuore.
(Emmanuel, Parigi, 1861)
Se gli uomini si amassero di un amore comune,la carità sarebbe esercitata meglio; ma per ottenere questo scopo, bisognerebbe che voi vi sforzaste di togliervi quella corazza che copre i vostri cuori, e di essere più sensibili verso coloro che soffrono. La inflessibilità uccide i sentimenti buoni: Cristo non respingeva mai chi si rivolga a lui; chiunque fosse, non era mai respinto. La donna adultera, il criminale, erano da lui soccorsi, nè temeva mai che dovesse soffrirne la considerazione che si aveva per lui. Quando lo prenderete, dunque, a modelo del vostro comportamento? se la carità regnasse sulla terra, il malvagio non avrebbe più potere, fuggirebbe vergognandosi, si nasconderebbe, perchè ovunque si troverebbe fuori posto.
Allora il male scomparirebbe: siatene convinti. Cominciate col dare voi stessi il buon esempio, siate caritatevoli verso tutti, senza distinzioni, sforzatevi di non accorgervi di coloro che vi guardano sdegnosi, e lasciate a Dio la cura della giustizia, perchè ogni giorni, nel suo regno, egli separa il grano dal loglio. L'egoismo è la negazione della carità, e senza carità non vi è posa per la società. Dirò di più: non vi è sicurezza. Con l'egoismo e l'orgoglio che si danno la mano, ci sarà sempre una corsa al più furbo, una lotta d'interessi in cui gli affetti più santi saranno calpestati, e nemmeno i sacri legami di famiglia troveranno rispetto. (Pascal, Sens, 1862).

venerdì 15 aprile 2011

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: CONQUISTA DELLA PACE (LIBRO PAZIENZA, CHICO XAVIER...

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: CONQUISTA DELLA PACE (LIBRO PAZIENZA, CHICO XAVIER...: "Conquista della Pace Esistono pene diverse. Per eliminare quelle che ci turbano la vita, iniziamo a collaborare alla costruzione della pace..."

CONQUISTA DELLA PACE (LIBRO PAZIENZA, CHICO XAVIER, EMMANUEL

Conquista della Pace

Esistono pene diverse. Per eliminare quelle che ci turbano la vita, iniziamo a collaborare alla costruzione della pace, ovunque siamo. Abbiamo bisogno, tuttavia, di conoscere i punti che risvegliano quelle inquietudini che ci predispongono allo squilibrio e alla sofferenza.
Vediamone alcune:
  • la lamentela contro qualcuno;
  • il reclamo agressivo;
  • l'insulto che ci sfugge per la collera;
  • la risposta inopportuna;
  • la frase di sarcasmo;
  • l'opinione sprezzante;
  • l'osservazione mordace;
  • il gesto di astio;
  • la critica distruttiva;
  • il grido di disperazione;
  • il pensiero l'odio;
  • il lamento del risentimento;
  • l'atteggiamento violento;
  • la risata beffarda;
  • la parola d'irritazione;
  • il bisbiglio delle dicerie;
  • il minuto di impazienza;
  • il giudizio ingiusto;
  • la condanna verbale;
Ogni spina invisibile a cui ci riferiamo è paragonabile alla scintilla capace di accendere l'incendio della discordia.
E ottenere la discordia non reca vantaggio a nessuno.
Accettiamo, per quanto ci è possibile, le pene che la vita ci riserva e impariamo a usare l'amore e la tolleranza, la pazienza e lo spirito di servizio per conquistare realmente i valori e le benedizioni della pace. Non aspettare che il prossimo chieda la tua collaborazione. Collabora spontaneamente, con la certezza di seminare lavoro e amore, per la costruzione di un futuro migliore.

PAZIENZA ( CHICO XAVIER/ EMMANUEL

Suicidio e delinquenza

Ogni fiume nasce da una semplice sorgente. La maggior parte degli incendi sorge da una scintilla. Lo stesso avviene con il suicidio e la deliquenza:
  • la protesta troppo insistente;
  • il grido inaspettato che incrina l'equilibrio emozionale di chi lo ode;
  • il gesto di irritazione;
  • la frasedi critica;
  • l'esplosione di gelosia;
  • il confronto infelice;
  • il lamento eccessivo;
  • la pretesa senza ragione;
  • la parola di insulto;
  • la risposta di scherno;
  • l'impegno non rispettato...
Uno qualunque di questi atteggiamenti, apparentemente senza importanza, può essere l'inizio di uno spiacevole turbamento e suscitare, a volte, processi ossessivi per cui l'essere umano cade nella delinquenza o nell'aggressione contro se stesso. E l'unico rimedio che al momento conosciamo contro simili sventure, da usare a favore delle possibili vittime di suicidio o in aiuto di quelli che lo provocano, è l'esercizio della comprensione e dell'amore, avvolti nella pazienza.
Conserva la fede in Dio e in te stesso.

giovedì 7 aprile 2011

Tratto del libro conflitti esistenziali( Divaldo franco e joana de angelis)

Conseguenti danni tanto immediati quanto remoti(fughe psicologiche)
L'abitudine di evitare responsabilità e doveri che sembrano insopportabile conduce l'individuo a una falsa situazione di comodo, evidenziata dalla condotta superficiale e infantile.
Tutti gli essere umani vivono per realizzare la crescita interiore, la propria identificazione.
Inutilmente si cerca di ingannare quanto imposto dal progresso, che è il ricorso atto alla  conquista del Sé più profondo e di tutte le sue pontenzialità. Quando per qualche ragione ci si decide per l'accomodante già fatto o già conosciuto, ci viene meno l'energia vitalizzatrici e si impoverisce la nostra esistenza, che ha come fine precipuo il nostro arricchimento attraverso il sapere.
In questo modo i meccanismi di fuga psicologica quasi sempre candidano il paziente a uno stato di incongruenze morali, frutto della costante evasione dalla realtà verso un universo di fantasia, dove tutto si realizza magicamente, utopicamente. Questa immaturità emozionale fa perdere l'interesse per quei nobili ideali che hanno assoluta necessità di un atteggiamento adeguato e di lotta continua, non permettendo l'accesso a comportamenti alienanti o di discolpa.
La colpa ancestrale, fissata nell'inconscio dell'individuo, esercita una grande pressione sulla condotta attuale, incitando all'evasione dalla realtà, all'elusività dai grandi impegni, tormentando costantemente la sua vittima, e sempre in attesa di qualcosa che possa perturbala.
Ignorare la responsabilità, in un certo senso annullarla. Al contrario, è solo un differire di tempo e di luogo, verso future e inevitabili vicissitudini, verso situazioni dolorose dovute all'imposizione della reincarnazione.
Dal punto di vista psicologico, l'individuo stess perde l'autostima e si considera incapace di una qualsiasi realizzazione che comporti uno sforzo, abituato com'è ad arrendersi di fronte qualsiasi impiego di forze fisiche, moralio intellettuali.
Col tempo diventa sgradevole, ritenendosi non amato, sempre tradito dagli amici, tenuto fuori dalle imprese che si realizzano intorno a lui, accumulando così dispiaceri e dissapori assolutamente ingiustificabili.
Certamente la maggior parte delle persone non riesce a stabilire rapporti fraterni con quelli che diventano negligenti, con quelli sui quali non si può contare nei momenti difficili, che rimandano sempre le decisioni... Dopo un certo periodo di tolleranza, le persone si allontanano, cercando i loro simili in spiriti combattivi, coraggiosi e intraprendenti, ai quali si affezionano.
I primi sono tenuti in considerazione di infermi, più bisognosi di compassione che di amicizia, mentre i secondi sono ritenuti dei compagni, in quanto partecipi di compiti e convivenze di vario tenore.
La ricerca dell'armonia è inevitabile nell'essere umano. Pertanto goderne costituisce per lui un'impresa nella quale si deve impegnare con autentico sentimento.
Sapendo che si tratta di un beneficio di ampia portata, l'impegno di forze e di emozioni costituisce, senza dubbio, un fenomeno naturale che non può essere considerato un sacrificio.
Ogni eroe, anche quando cada in battaglia, in realtà non dovrebbe essere catalogato come vittima per il suo sacrificio. Il suo gesto di donare la vita è per lui motivo di gioia, è una conferma della nobiltà di ideali che vibra nel suo mondo intimo. Si narra che a Solone, a quel tempo il più grande sapiente della Grecia, durante un banchetto offertogli dal re Creso, a Sardi, capitale della Lidia, il monarca, considerato l'uomo più ricco del mondo in quel momento, avrebbe domandato chi fosse l'uomo più felice della Terra, secondo la sua opinione di illustre viaggiatore.
Senza scomporsi, il pensatore, dopo essere stato nella sala dei tesori reali, riferì di aver consciuto ad Atene un giovane di nome Telo che, dopo essersi preso cura della madre inferma fino alla sua morte, dedicò il resto dell'esistenza alla difesa della sua città.
Alquanto frustrato, il vanitoso re tornò alla carica chiedendogli chi fosse allora il secondo uomo più felice del pianeta, ricevendo un'altra risposta deludente allorché Solone affermò che aveva conosciuto ad Atene due giovani la cui esistenza era stata nobilitata dall'elevato livello morale e dalla grandezza dei sentimenti, essendosi esse immolati per difendere la loro città...
Sentendosi dunque sottovalutato, il re Creso, che confondeva il potere con l'armonia, intima propiziatrici di felicità, non nascose il disprezzo con cui prese atrattare l'ospite, avendolo sentito dire di non dimenticarsi mai del castigo del tempo, ossia della precarietà della vita, che altera comportamenti, avveniementi e circostanze in modo tanto sorprendente quanto inatteso.
... E Creso, nella sua tragica guerra contro Ciro, re dei Persiani, vide la sua città incendiata e i suoi tesori saccheggiati. Lui stesso, catturato e portato al rogo, accennò a Solone nell'esatto momento in cui passava il conquistatore che, simpatizzando per il filosofo, volle sapere il motivo per cui egli affermava che il saggio aveva ragione. creso gli spiegò ciò che era successo, e Ciro ebbe compassione del vinto e lo liberò, mentre esclamava disperare di ricevere, se un giorno si fosse trovato nella stessa situazione di Creso, la stessa indulgenza dal suo trionfatore.
Ciro lo nominò suo aiutante, e in tale veste Creso svolse rilevanti uffici e rimase in servizio presso la corte persiana anche dopo la morte di Ciro, quando gli succedette il figlio Cambise...
Il castigo del tempo è l'inesorabilità del progresso, delle trasformazioni incessanti a cui tutto e tutti sono sottoposti.
Pertanto, i meccanismi di fuga dalle responsabilità e dal dovere tormentano solamente coloro i quali vi si consegnano inermi, quando sarebbe più fattibile e appropriato lottare tenacemente, superando i limiti e imponendo la volontà di fronte a timori e conflitti. Attraverso questa condotta si travarebbe certamente l'autorealizzazione e la pace.

martedì 5 aprile 2011

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Tratto dal libro (pazienza di chico xavier - Emanu...

SPIRITISMO LA TERZA RIVELAZIONE: Tratto dal libro (pazienza di chico xavier - Emanu...: "Rischi e doveri Vi è chi afferma che sulla Terra non sono mai apparse, come oggi, tante occasioni per errori e cadute spirituali di fronte ..."

Tratto dal libro (pazienza di chico xavier - Emanuel)

Rischi e doveri

  • Vi è chi afferma che sulla Terra non sono mai apparse, come oggi, tante occasioni per errori e cadute spirituali di fronte al progresso scientifico che sembra far impallidire le conquiste del sentimento.
  • Siamo d'acordo, sebbene varie epoche, nella storia dell'uomo, abbiamo presentato le stesse gravi caratteristiche di transizione.
  • Mettiamo in risalto questo aspetto dell'attualità per considerare, con gli amici situati nel Piano Fisico, che se il mondo attraversa ora tempi duri di crisi e presenta rischi per l'anima, questi sono anche tempi per le più belle testimonianze di comprensione e di amore.
  • Occasione per maggiori offerte di pazienza e devozione, perdono e spirito di servizio.
  • Alcuni compagni avranno aderito all'avventura e allo squilibrio.
  • La tentazione di accompagnarli forse ti visita il pensiero, ma in verità risuonerà il momento della preghiera, in cui certamente avrai bisogno di ricorere alla fede per rimanere fedele agli impegni assunti.
  • Forse avrai visto familiari cari compiere gesti infelici ed è probabile che, in alcune circonstaze, abbia desiderato allontanarli dal tuo cuore; tuttavia avrai l'occasione benedetta di amarli ancora di più, con la speranza che il rinnovamento giunga a loro e li riconduca sulla retta via. Mettiamo in evidenza il diffondersi del pessimismo e dello sconforto; tuttavia è ragionevole che noi stessi ci interroghiamo sul nostro contributo all'estinzione di simili calamità.
  • éE comprensibile la nostra perplessità di fronte a certe manifestazione di violenza negli scenari della vita sociale moderna, ma non ci è lecito dimenticare che ci troviamo tutti nell'ora della massima comprensione e del più intenso servizio.

lunedì 4 aprile 2011

Fughe psicologiche( libro conflitti esistenziale)Divaldo franco e Joana de angelis

Cause psicologiche delle fughe

Normalmente il sistema nervoso centrale riesce a sopportare alte cariche emozionali, stemperandole o trasferendone la localizziazione.Di fronte agli stimoli che offre al sistema endocrinino, l'impressionante laboratorio ghiandolare risponde mediante gli ormoni specifici, che sono prodotti e distribuiti in rete sicura in tutto l'organismo.
Benché sia il self a scatenare le emozioni, è il meccanismo organico ad avere lo scopo di esprimerle. Accade, pertanto, che le successive scariche emozionali, perturbatrici di tale specie, sovraccarichino i nervi che, invariabilmente, trasferiscono quelle più difficili da aggirare e da accettare da parte degli archivi dell'inconscio, dando luogo a quelle fughe psicologiche di cui molti pazienti si compiacciono.
Anziché affrontare i problemi con naturalezza, determinate predisposizioni emozionali impediscono l'accettazione delle circonstanze più esaustive, producendo un meccanismo automatico di fuga, mediante il quale al paziente sembra di liberarsi delle dificoltà quando, invece, le differisce soltanto.
Così naturale e ripetitivo diventa questo fenomeno, che il paziente si trincera dietro fattori oppressivi che finiscono col vincerlo.
Scomparti selettivi della mente bloccano automaticamente molte delle azioni sgradevoli, che vengono archiviate in particolari settori, appena prima di essere debitamente analizzate, come sarebbe da attendersi. Di fronte a questa furtiva condotta sorgono i meccanismi di trasferimento di responsabilità, di assenza di discernimento, di fughe diverse nel campo psicologico.
In età infantile, quando non si comprende la gravità delle proprie azioni, il bambino si sottrae alle responsabilità ricorrendo alla bugia, frutto naturale della sua immaginazione creatrice, la quale, ben orientata, troverà il corretto cammino per dare sfogo alla sua ispirazione e alla sua azione, senza dimenticare la verità. Pertanto, a causa della mancanza di un orientamento in famiglia, che castiga il bugiardo, già di per sé vittima d'insicurezza e inquietudine emozionale, cercando di insegnargli il modo di comportarsi, l'essere cresce fisicamente, mantenendosi però nello stadio dell'infanzia psicologica, il che è molto deprecabile. Non raramente, di fronte alle grandi sfide, per le quali non si sente preparato, poiché gli mancano i mezzi atti ad affrontarle, l'individuo si rifugia in atteggiamenti contorni e irresponsabile come se stesse agendo in modo corretto. Il fenomeno diventa più grave quando la necessità di evasione si fa più pressante, portantandolo a uno stato di dimenticanza degli impegni difficili, dando l'impressione di una condotta incompatibile con la dignità e la corretteza.
Di solito si verifica un'agressione verbale verso il prossimo, motivata dall'invidia, che è la causa reale, mascherata però da una difesa di questo o di quell'ideale, di questa o di altra forma di comportamento. Insito in questo comportamento si trova una fuga psicologica, che nasconde la causa reale della disillusione trasformandola in ribellione e amarezza.
Alcuni stati che precedono la depressione derivano anche dall'incapacità di risolvere le sfide esistenziali, favorendo nell'individuo il rifugiarsi nella paura che lo porterà al mutismo e al distacco dal convivio sociale e familiare, per sottarsi a qualsiasi genere di sofferenza.
Molto curioso è questo meccanismo di fuga, tenendo presente che l'inferno finirà col trovarsi di fronte a ciò che vorrebbe evitare, dal momento che nel pericoloso rifugio in cui si nasconde diventa infelice e insicuro. Eè evidente che col passare del tempo aumenta nell'individuo l'insoddisfazione per l'esistenza, ed egli discende nell'abisso della depressione psicologica, esponendo l'organismo, attraverso l'impianto costante della mente timorosa, a una perturbazione nelle neurotrasmissioni, in conseguenza dell'assenza di serotonina e noradrenalina.
L'essere umano è dotato di risorse preziose che devono essere impiegate quotidianamente, in modo da aumentare le possibilità in lui latenti, esprimendo il potenziale divino di cui è costituito.
Tutte le volte che si tenta di sottrarsi allo sforzo e alla lotta, si agisce in senso contrario alle leggi della vita, che impongono movimento e azione quali sostegni di crescita psicologica, morale, intellettuale e spirituale.
Nessuno cresce o si sviluppa in condizione di stasi.
Allo stesso modo, l'essere pensante, quanto più si perfeziona.
Vengono attivate resistenze morali sconosciute e supporti ignorati appaiono, diventando così sempre più facile le imprese  programmate.
Sotto un altro aspetto, le eredità spirituali di esperienze passate permangono, imponendosi all'inconscio profondo e generando automatismi di blocco per tutte le esperienze che si presentano come minaccia della pace.
Quando diventano più vigorose e fluiscono con maggior facilità dagli archivi dove si trovano depositare, inducono al suicidio, in un meccanismo di trasferimento di responsabilità a quello cui vengono impropriamente attribuite le cause dell'insuccesso.
Molte volte si tratta di passioni incontrollabili, di capricci derivanti da condotte che , erroneamente interpretate, si  vogliono imporre agli altri, i quali hanno il diritto di ricusarle, non accetando l'attegiamento indipendente, che sempre però deve prevalere in ogni individuo. Tutte le imprese vanno incontro ad alti e bassi per ragioni sociali, economiche, politiche, umane.
Lo stesso succede con la vita fisica, trattandosi di un investimento a vasto raggio soggetto alle più varie circonstanze, soprattutto emozionali che, in qualche modo, costituiscono fattori di sicurezza e di equilibio.
L'apatia, che molte volte affligge quanti subiscono tale comportamento, consiste nel ricorrere alla fuga psicologica sentendosi incapaci di competere o di accetare l'insucesso di quanto anelato. Non considerandosi essi nelle condizioni di compensare la perdita, diminuisce l'intensità del sentimento affettivo e si replica a ciò che viene considerata come un'offesa, con una sorta di morte dell'emozione.
éE normale che si verifichino delle fughe psicologiche, nel quotidiano dell'esistenza umana, quali il neutralizzare l'eccesso di informazioni che bombardano l'individuo, attraverso i vari veicoli di comunicazione di massa, attraverso le conversazioni raramente edificante e le convivenze fragili.
Di fronte all'impossibilità di procedere a una catarsi che la libererebbe dal supplementare peso affliggente, la conscienza chiude temporaneamente con le informazioni e fugge verso comportamenti che le sembrano più salutari e compatibili con le sue aspirazioni. La salute mentale ed emozionale e, per estensione, anche fisica, sarà sempre il risultato di questo equilibrio psicofisico che deve vigere negli individui che si tormentano inferiormente, coltivando l'ottimismo e una illimitata fiducia in Dio e nella vita.

domenica 3 aprile 2011

Conflitti esistenziali( Divaldo p. franco e joana de ^angelis)

Il cammino del progresso è inarrestabile. Può essere  turbato od ostacolato, mai però paralizzato da interessi di individui o di gruppi che ne impediscano l'avanzata.
 Ugualmente avviene per la creatura umana, la quale, destinata alla pienezza, non raramente avanza sotto imposizioni dolorose dovute all'ignoranza o al cattivo impiego delle preziose risorse di cui dispone.
Di origine divina, sperimenta le più differenti manifestazioni della vita, sviluppando i valori sublimi, in lei sopiti in germe,fino a raggiungere la felicità che le è destinata.
Questa felicità, però, deve essere conquistata passo dopo passo, mediante lo sforzo personale, e combattendo, in modo da far emergere il suo potenziale che fa da stimolo alla conquista della gloria. Attraverso molteplici e varie reincarnazioni lo Spirito si rinnova, liberandosi della barbarie attraverso cui è transitato e avanzando in direzione della sublimazione.
Il senso della vita intelligente è ascensionale e si ottiene vicendo le avversità esistenziali, nonostante le cariche di eredità negative, provvenienti da nefaste esperienze precedenti che hanno necessità di essere corrette.
In ragione di ciò, queste avversità si presentano come conflitti pertubatori che indeboliscono, disiorientano e portano a situazioni dolorose, se non sono indirizzate con avvedutezza e affrontate con coraggio.
Per molto tempo si è creduto che l'uomo venisse al mondo come una tabula rasa e che l'imitazione riguardo a ciò che vedeva e sperimentava-a cominciare dai genitori che promuovevano le sue conoscenzee il suo apprendimento-gli permettesse l'archiviazione delle impressioni che avrebbe dovuto ripetere in seguito.
Sperimentazioni signigicative, però, dimostrarono che la tesi era destituita di legittimità, in quanto i ciechi dalla nascita, che non possono rivelare le espressioni sul viso degli altri, sorridono e presentano le stesse espressioni della tristezza che pure non hanno mai visto. Parimenti, i popoli primitivi che ancora vivono sulla Terra, incontrati da scienziati rigorosi, mostrarono gli stessi sentimenti degli esseri civilizzati, benchè non avessero mai avuto contatti con loro, mostrando nel sembiante sia la smorfia del dolore sia il sorriso aperto.
Da tempo, il padre della dottrina evoluzionista, Charles Darwin, aveva scritto un trattato sulla fisionomia umana suggerendo studi con i ciechi, in modo da confermare la componente ancestrale dei caratteri emozionali e le relative espressioni in individui che non avevano mai avuto occasione di osservarle in altri.
Questo studio avrebbe aperto la strada a studi più approfonditi sui sentimenti, studi che la psicologia scientifica non prendeva in considerazione da almeno quarant'anni...
Con l'avvento delle nuove conquiste della psicologia riguardo all'essere umano, si può constatare che c'è  un'eredità atavica, la quale dimostra che tutti gli individui hanno identiche espressioni facciali ed emozionali, senza aver avuto alcun contatto fra di loro.
Dal punto di vista spiritista, questa eredità proviene da incarnazione precedenti che hanno impresso nello spirito le sue necessità, ma anche le sue realizzazioni, facilitandogli l'avanzamento progressivo, tutte le volte che una tappa del processo di crescita è stato superato.
Grazie a ciò, si può constatare come nella radice di ogni processo doloroso sia presente l'eredità psicologica di un'altra esistenza, che riemenrge come necessità di riparazione, al fine di favorire lo spirito con nuove acquisizioni, senza legami con gli insuccessi occorsi nel passato...
In questo modo la felicità nel mondo è possibile, purché ci si impegni per conseguirla.
Nessuno si trova sulla Terra solo per soffrire, ma per creare le condizioni di una reale salute e di una piena felicità.
Anche nel caso di forti espiazioni, mentre hanno corso, esse lavorano per la liberazione dell'essere imprigionato, affinché subito venga conclusa la sua rieducazione.
Gli studiosi del comportamento psicologico constatano pure che la felicità è possibile, perché esistono fattori fisiologici che la favoriscono e si riferiscono al miracolo della dopamina, il neuropeptide che la stimola e produce.
Sperimentazioni rigorose, condotte con la tomografia computerizzata, evidenziano le aree cerebrali in cui si situano la felicità e l'infelicità, che sono il risultato delle emozioni e dei fenomeni fisici prodotti dalla dopamina, come pure da altre sostanze, confermando con ciò la tesi della natura organica.
Un sentimento qualsiasi invia degli impulsi, provenienti dal tronco cerebrale, al cervelleto che li analizza e li invia ai muscoli sotto forma di ordini, permettendo al diencefalo di entrare in azione e di promovere l'eccitazioni emozionale, in modo che la coteccia attivi le circonvoluzioni nell'area del lobulo frontale, trasformando le emozioni in realizzazioni e comportamenti oggettivi. Avvine, in questo modo, un complesso processo eletrochimico, attraverso il quale il sentimento stimola le proprie aree che lo trasformano, lo veicolano e lo materializzano.
é pertanto facile comprendere che l'essere umano è tutto un fascio di emozioni che necessitano di essere ben orientate, e che l'educazione, la conoscenza, l'esercizio si fanno carico di trasformare in vissuto.
Affondando più profondamente la sonda nell'intimo dell'essere, si constata che tutto questo complesso di energia proviene dallo Spirito che le esteorizza secondo la sua padronanza evolutiva, producendo emozioni superiori o inquietanti di cui ha necessità nel campo della crescita morale.
Pertanto le sfide esistenziali che si presentano come emozioni perturbatrici, disturbi neuvrotici-di ansietà, di colpa, di stress, di angoscia- esigono attenzione e devono essere curati in modo particolare, mediante le conquiste delle moderne scienze psichiche, e anche con il contributo dello Spiritismo, in quanto scienza dell'anima.
Così la felicità viene liberata attraverso l'armonia, che lo Spirito sperimenta attraverso la sensazione gradevole del dovere compiuto, attraverso la rettitudine morale, favorendo nel cervello la produzione della dopamina, della serotina, della noradrenalina e di altre sostanze dello stesso genere.
La conquista della felicità avviene quando si passa da uno stato all'altro di uno Spirito in equilibrio e, pertanto, in uno stato maggiore armonia. Parimenti, la sofferenza è un passaggio da una situazione inferiore, stadio che dovrebbe già essere stato superato. La felicità, dunque, non significa opposizione all'infelicità.
Questo stadio di benessere, di armonia fra l'ego e il self è il risultato di conquiste morali e spirituali, della vittoria sulle sfide esistenziali.
Salvador, 24 giugno 2005
Joana de Angelis 


venerdì 1 aprile 2011

BEATI GLI AFFLITTI( trato del vangelo secondo gli spiriti di Allan Kardec)

Istruzioni degli Spiriti
Saper soffrire
Quando Cristo ha detto << Beati gli afflitti perché di essi èil regno dei cieli>>, non quando parlava in generale di coloro che soffrono, poiché  tutti quelli che sono quaggiù soffrono, così sul trono come sulla paglia. Ma, purtroppo!,  pochi sanno soffrire,pochi comprendono che solo le prove sopportate con serenità possono condurre al regno di Dio. Lo scoraggiamento è una colpa; Dio vi rifiuta delle consolazioni perchè non avete coraggio. La preghiera è per l'anima un sostegno, ma  non basta; bisogna che sia  accompagnata da una viva fiducia nella bontà di Dio. Vi è stato detto spesso che egli non pone mai un fardello troppo pesante sulle spalle deboli, ma il fardello è proporzionato alle forze, come la ricompensa sarà proporzionata alla resistenza ed al coraggio. La ricompensa sarà tanto più magnifica quanto più l'aflizione sarà stata dolorosa. Ma, questa  ricompensa, bisogna meritarla, ed ecco perché la vita è piena di tribolazioni.
Il soldato che non è mandato in guerra non è contento, perché il riposo nell'accampamento non gli procura nessun vantaggio nella carriera: siate come il soldato e non auguratevi un riposo nel quale il vostro corpo si snerva e la vostra anima s'intorpidisca. Siate soddifastti quando Dio vi manda a lottare. Questa lotta non è il fuoco della battaglia, ma l'amarezza della vita, nella quale occorre un coraggio, maggiore perché lo stesso uomo che  resterà saldo di fronte al nemico, si piegherà sotto lo spasimo di una stretta mortale. Gli  uomini  non hanno ricompense per questo genere di coraggio, ma Dio gli concede la corona e una sorte gloriosa. Quando vi sopravviene una ragione di pena o di contrarietà, cercate di superarla, e quando sarete riusciti a padroneggiare gli slanci dell'impazienza, della collera o della disperazione, potrete dirvi con meritata soddisfazione: Io sono stato il più forte.
Beati gli afflitti, può, dunque, essere tradoto così: Beati coloro che hanno avuto occasione di provare la loro fede, la loro fermezza, la loro perseveranza e la loro sottomissione alla volontà di Dio, perché a loro sarà resa cento volte la gioia che hanno perduto sulla terra, e dopo la fatica verrà il riposo.