Per studiare insieme

Per studiare insieme
Spiritismo

domenica 3 aprile 2011

Conflitti esistenziali( Divaldo p. franco e joana de ^angelis)

Il cammino del progresso è inarrestabile. Può essere  turbato od ostacolato, mai però paralizzato da interessi di individui o di gruppi che ne impediscano l'avanzata.
 Ugualmente avviene per la creatura umana, la quale, destinata alla pienezza, non raramente avanza sotto imposizioni dolorose dovute all'ignoranza o al cattivo impiego delle preziose risorse di cui dispone.
Di origine divina, sperimenta le più differenti manifestazioni della vita, sviluppando i valori sublimi, in lei sopiti in germe,fino a raggiungere la felicità che le è destinata.
Questa felicità, però, deve essere conquistata passo dopo passo, mediante lo sforzo personale, e combattendo, in modo da far emergere il suo potenziale che fa da stimolo alla conquista della gloria. Attraverso molteplici e varie reincarnazioni lo Spirito si rinnova, liberandosi della barbarie attraverso cui è transitato e avanzando in direzione della sublimazione.
Il senso della vita intelligente è ascensionale e si ottiene vicendo le avversità esistenziali, nonostante le cariche di eredità negative, provvenienti da nefaste esperienze precedenti che hanno necessità di essere corrette.
In ragione di ciò, queste avversità si presentano come conflitti pertubatori che indeboliscono, disiorientano e portano a situazioni dolorose, se non sono indirizzate con avvedutezza e affrontate con coraggio.
Per molto tempo si è creduto che l'uomo venisse al mondo come una tabula rasa e che l'imitazione riguardo a ciò che vedeva e sperimentava-a cominciare dai genitori che promuovevano le sue conoscenzee il suo apprendimento-gli permettesse l'archiviazione delle impressioni che avrebbe dovuto ripetere in seguito.
Sperimentazioni signigicative, però, dimostrarono che la tesi era destituita di legittimità, in quanto i ciechi dalla nascita, che non possono rivelare le espressioni sul viso degli altri, sorridono e presentano le stesse espressioni della tristezza che pure non hanno mai visto. Parimenti, i popoli primitivi che ancora vivono sulla Terra, incontrati da scienziati rigorosi, mostrarono gli stessi sentimenti degli esseri civilizzati, benchè non avessero mai avuto contatti con loro, mostrando nel sembiante sia la smorfia del dolore sia il sorriso aperto.
Da tempo, il padre della dottrina evoluzionista, Charles Darwin, aveva scritto un trattato sulla fisionomia umana suggerendo studi con i ciechi, in modo da confermare la componente ancestrale dei caratteri emozionali e le relative espressioni in individui che non avevano mai avuto occasione di osservarle in altri.
Questo studio avrebbe aperto la strada a studi più approfonditi sui sentimenti, studi che la psicologia scientifica non prendeva in considerazione da almeno quarant'anni...
Con l'avvento delle nuove conquiste della psicologia riguardo all'essere umano, si può constatare che c'è  un'eredità atavica, la quale dimostra che tutti gli individui hanno identiche espressioni facciali ed emozionali, senza aver avuto alcun contatto fra di loro.
Dal punto di vista spiritista, questa eredità proviene da incarnazione precedenti che hanno impresso nello spirito le sue necessità, ma anche le sue realizzazioni, facilitandogli l'avanzamento progressivo, tutte le volte che una tappa del processo di crescita è stato superato.
Grazie a ciò, si può constatare come nella radice di ogni processo doloroso sia presente l'eredità psicologica di un'altra esistenza, che riemenrge come necessità di riparazione, al fine di favorire lo spirito con nuove acquisizioni, senza legami con gli insuccessi occorsi nel passato...
In questo modo la felicità nel mondo è possibile, purché ci si impegni per conseguirla.
Nessuno si trova sulla Terra solo per soffrire, ma per creare le condizioni di una reale salute e di una piena felicità.
Anche nel caso di forti espiazioni, mentre hanno corso, esse lavorano per la liberazione dell'essere imprigionato, affinché subito venga conclusa la sua rieducazione.
Gli studiosi del comportamento psicologico constatano pure che la felicità è possibile, perché esistono fattori fisiologici che la favoriscono e si riferiscono al miracolo della dopamina, il neuropeptide che la stimola e produce.
Sperimentazioni rigorose, condotte con la tomografia computerizzata, evidenziano le aree cerebrali in cui si situano la felicità e l'infelicità, che sono il risultato delle emozioni e dei fenomeni fisici prodotti dalla dopamina, come pure da altre sostanze, confermando con ciò la tesi della natura organica.
Un sentimento qualsiasi invia degli impulsi, provenienti dal tronco cerebrale, al cervelleto che li analizza e li invia ai muscoli sotto forma di ordini, permettendo al diencefalo di entrare in azione e di promovere l'eccitazioni emozionale, in modo che la coteccia attivi le circonvoluzioni nell'area del lobulo frontale, trasformando le emozioni in realizzazioni e comportamenti oggettivi. Avvine, in questo modo, un complesso processo eletrochimico, attraverso il quale il sentimento stimola le proprie aree che lo trasformano, lo veicolano e lo materializzano.
é pertanto facile comprendere che l'essere umano è tutto un fascio di emozioni che necessitano di essere ben orientate, e che l'educazione, la conoscenza, l'esercizio si fanno carico di trasformare in vissuto.
Affondando più profondamente la sonda nell'intimo dell'essere, si constata che tutto questo complesso di energia proviene dallo Spirito che le esteorizza secondo la sua padronanza evolutiva, producendo emozioni superiori o inquietanti di cui ha necessità nel campo della crescita morale.
Pertanto le sfide esistenziali che si presentano come emozioni perturbatrici, disturbi neuvrotici-di ansietà, di colpa, di stress, di angoscia- esigono attenzione e devono essere curati in modo particolare, mediante le conquiste delle moderne scienze psichiche, e anche con il contributo dello Spiritismo, in quanto scienza dell'anima.
Così la felicità viene liberata attraverso l'armonia, che lo Spirito sperimenta attraverso la sensazione gradevole del dovere compiuto, attraverso la rettitudine morale, favorendo nel cervello la produzione della dopamina, della serotina, della noradrenalina e di altre sostanze dello stesso genere.
La conquista della felicità avviene quando si passa da uno stato all'altro di uno Spirito in equilibrio e, pertanto, in uno stato maggiore armonia. Parimenti, la sofferenza è un passaggio da una situazione inferiore, stadio che dovrebbe già essere stato superato. La felicità, dunque, non significa opposizione all'infelicità.
Questo stadio di benessere, di armonia fra l'ego e il self è il risultato di conquiste morali e spirituali, della vittoria sulle sfide esistenziali.
Salvador, 24 giugno 2005
Joana de Angelis 


Nessun commento:

Posta un commento